
Inquinamento delle acque: cause principali e conseguenze
Inutile cercare giustificazioni: quando si parla di inquinamento delle acque, le cause principali vanno ricercate nelle attività umane, che contribuiscono in modo inesorabile al degrado progressivo di fiumi, laghi e mari.
Secondo l’UNESCO, oltre l’80% delle acque reflue nel mondo viene scaricato nell’ambiente senza essere sottoposto ad alcun trattamento preventivo, con effetti devastanti su ecosistemi acquatici e biodiversità. L’inquinamento delle acque è rischioso anche per la salute umana, poiché le sostanze nocive che immettiamo nell’acqua prima o poi tornano indietro, minacciando il nostro benessere. Ma quali sono le cause dell’inquinamento delle acque e quali le sostanze inquinanti?
Inquinamento delle acque: cause dirette e indirette
Le cause dell’inquinamento delle acque si dividono in due grandi categorie: fonti puntuali e fonti non puntuali.
- fonti puntuali: sono quelle facilmente identificabili, poiché localizzate in modo preciso. Comprendono scarichi industriali, impianti di depurazione non efficienti, fognature e siti di smaltimento rifiuti illegali, dove il rischio sanitario è molto alto. Le sostanze rilasciate sono spesso chimiche o organiche e possono includere metalli pesanti, solventi, detergenti e pericolosi batteri patogeni.
- fonti non puntuali: queste, pur essendo molto più diffuse, sono difficili da monitorare. In questi casi l’inquinamento di fiumi, laghi e mari è causato da attività agricole che utilizzano massicce quantità di pesticidi e fertilizzanti, metalli pesanti e smaltimento illegale di rifiuti solidi.
Un altro modo di comprendere il fenomeno dell’inquinamento idrico, è analizzare nel dettaglio quali sono i rifiuti pericolosi, che anno dopo anno creano danni ambientali inestimabili.
Tipologie di inquinamento delle acque: cause e sostanze
I fattori che causano inquinamento idrico possono essere di diverso tipo, ma in linea di massima quando si parla di inquinamento delle acque, si fa riferimento a 4 tipologie di sostanze che impattano in modo diverso ma ugualmente devastante sull’ambiente:
- inquinamento da plastica: ogni anno, milioni di tonnellate di plastica finiscono nei fiumi e negli oceani, frammentandosi fino a diventare microplastiche. Queste particelle, spesso invisibili a occhio nudo, vengono ingerite da pesci, molluschi e uccelli marini, entrando così nella catena alimentare e arrivando fino all’uomo.
- inquinamento da petrolio: causato da sversamenti accidentali o da pratiche scorrette di trasporto e stoccaggio, il petrolio, una volta in mare, crea una sorta di strato impermeabile superficiale che impedisce l’ossigenazione dell’acqua e minaccia la fauna marina.
- inquinamento chimico: è causato da sostanze tossiche rilasciate da attività industriali, agricole o di laboratorio. Inquina le acque con pesticidi, fertilizzanti azotati, solventi e metalli pesanti come piombo e mercurio. Alcune sostanze, come i PFAS, sono dette “inquinanti eterni” per la loro capacità di persistere nell’ambiente e nei tessuti del corpo umano.
- inquinamento biologico: avviene quando batteri, virus, protozoi e parassiti entrano nei corsi d’acqua, solitamente attraverso scarichi fognari non trattati. Questo tipo di inquinamento è responsabile di malattie come epatiti, gastroenteriti e colera, soprattutto nei Paesi dove gli impianti di depurazione sono insufficienti o del tutto assenti.
Ma date le gravi conseguenze, quali sono le soluzioni per combattere, o quanto meno limitare, l’inquinamento idrico?
Come ridurre l’inquinamento idrico
Una volta individuate le cause dell'inquinamento delle acque, è indispensabile agire su più fronti al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale.
Per prima cosa è importante migliorare i sistemi di raccolta e smaltimento rifiuti, sia solidi che liquidi, per evitare che finiscano nei corsi d’acqua e avvelenino falde acquifere e mari.
Altrettanto importante è promuovere il riciclo, ridurre l’utilizzo di materiali plastici e investire in impianti di depurazione moderni ed efficienti, capaci di trattare correttamente le acque reflue prima che vengano reimmesse nell’ambiente.
Infine, per lo smaltimento dei propri rifiuti, è sempre bene affidarsi a realtà specializzate che conoscono la normativa vigente e sanno come trattare sostanze potenzialmente pericolose per l’ecosistema. Affidati a Ralacarta e continua a leggere il nostro blog: insieme possiamo fare la differenza.
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